La Banca Centrale Europea: “dovete assolutamente tenere del contante a casa”

Scritto da Omar Cecchelani il 8 Ottobre 2025 in Famiglia News

La BCE lancia l’allarme: “Ora dovete assolutamente tenere del contante in casa”!

Sembra un paradosso, perché dopo anni di pubblicità negativa contro il denaro contante, dopo che i banchieri europei e le amministrazioni statali hanno spinto in tutti i modi i pagamenti elettronici, e con l’euro digitale ormai alle porte, oggi è proprio la Banca Centrale Europea – quella che ha sempre dipinto il contante come il male assoluto – a dirci di tenerne una scorta in casa.

Quel contante che non ingrassa le banche a suon di commissioni, quel contante per cui se pagavi una visita medica con regolare fattura non avevi più diritto neanche alla detrazione fiscale. Ebbene sì, ora la BCE ci dice: dovete tenere denaro contante in casa, per le emergenze!

Cosa sta succedendo? Quali sono i motivi dietro questo invito così clamoroso da parte della BCE?

Il contante, che per anni è stato ostracizzato e demonizzato, oggi viene addirittura elogiato. La BCE ne sottolinea le caratteristiche uniche: è tangibile, resistente, utilizzabile offline, sempre accettato e rappresenta un vero bene rifugio. Caratteristiche che diventano fondamentali durante le crisi e che servono per prepararsi alle emergenze.

BCE tenere contante a casa

Non a caso, la BCE ricorda che il “cash” ha già svolto un ruolo da protagonista in momenti critici: dalla pandemia di Covid-19 all’invasione russa in Ucraina, dalla crisi del debito in Grecia fino al blackout iberico dello scorso aprile.

Ogni volta che si è verificata una crisi di questo calibro, la domanda di contante è schizzata alle stelle. E proprio per questo arriva l’invito agli europei: tenete nel portafoglio una quota di banconote, così da potervi difendere da eventuali tilt del sistema finanziario o digitale.

Ok, tutto bello, un cambio di rotta epocale. Ma la domanda vera è: quanto contante bisogna realmente tenere in casa? Perché può essere utile? Quali sono i rischi e i limiti?

Perché è vero che la BCE sembra rivalutare il contante, ma è altrettanto vero che esistono regole e controlli fiscali che, dal nulla, possono far scattare accertamenti e metterti nei guai seri. Ed è proprio di questo che parleremo in questo video, per fare un po’ di chiarezza sul da farsi.

 

L’importanza del denaro contante

In un’epoca in cui tutto viene spinto verso i pagamenti digitali, la Banca Centrale Europea ci sorprende e ribadisce l’importanza del contante, definendolo uno strumento vitale per resistere nelle emergenze.

Hanno addirittura pubblicato un articolo dal titolo eloquente: “Keep calm and carry cash”, cioè mantieni la calma e tieniti stretto il contante. Un invito che sa tanto di monito e che non può passare inosservato.

La BCE scrive che le banconote sono una componente essenziale della preparazione nazionale alle crisi, non servono solo ai bisogni del singolo ma rappresentano un pezzo della resilienza di tutto il sistema. Significa che senza contante, in un momento di panico generale, tutto rischia di collassare.

 

Perché tenere contanti in casa

La domanda sorge spontanea: perché mai la Banca Centrale Europea, che per anni ci ha detto che il contante era il male assoluto, oggi arriva a dirci che dobbiamo tenerne un po’ in casa?

Il motivo è molto più pratico e concreto di quanto si possa immaginare. Il contante è l’unico mezzo di pagamento che non dipende da niente e da nessuno: non ha bisogno di internet, non ha bisogno di elettricità, non ha bisogno di banche aperte o di circuiti elettronici funzionanti. È lì, fisico, tangibile, lo puoi prendere in mano, lo puoi scambiare immediatamente con chiunque, senza dover chiedere autorizzazioni o appoggiarti a sistemi esterni che potrebbero bloccarsi da un momento all’altro.

Pensiamo a quello che è successo in passato: il blackout in Spagna dello scorso aprile ha lasciato milioni di persone senza corrente, e di conseguenza senza la possibilità di pagare con bancomat o carte.

Stessa storia durante la pandemia: chi si ricorda bene sa che in quei giorni la gente correva agli sportelli per prelevare, perché la paura era che i sistemi potessero collassare.

Idem in Grecia durante la crisi del debito: i bancomat erano stati praticamente prosciugati e chi non aveva soldi liquidi in casa non poteva nemmeno comprare il pane. E ancora, l’invasione russa in Ucraina: in pochi giorni la popolazione ha visto congelarsi conti, sistemi di pagamento e disponibilità di denaro.

Il contante diventa quindi una sorta di assicurazione: non ti fa guadagnare nulla, non ti porta interessi, non aumenta di valore, ma è l’unica certezza che ti resta in tasca nel momento in cui il sistema finanziario trema.

Per questo la BCE oggi lo definisce “bene rifugio”. È un cambio di prospettiva enorme, perché significa riconoscere che, al netto di tutta la propaganda sul digitale, nella vita reale basta un blackout o un tilt informatico per riportarci all’età del contante in un secondo.

 

La BCE vuole tenere il contante, nonostante l’euro digitale

Questo cambia tutto. Perché la BCE, che nel frattempo continua a lavorare all’euro digitale, ora ammette apertamente che il contante resta essenziale. Lo definiscono una forma di assicurazione a basso costo, un pilastro di stabilità e fiducia che nessuna tecnologia potrà sostituire nei momenti di crisi.

E lo dicono chiaro: il contante rimarrà, non sparirà con l’euro digitale. Le banconote continueranno ad avere un ruolo vitale proprio perché universali, tangibili, indipendenti da qualsiasi sistema elettronico.

 

Ecco quanti contanti dovresti avere in casa

Qui viene la parte più interessante e anche più delicata, perché tutti si chiedono: quanti soldi dovrei tenere a casa? Ovviamente la BCE non dice “mettete 10mila   euro sotto il materasso” o “tenete due stipendi dentro al cassetto”, ma dà delle linee di principio. L’idea di fondo è che tu debba avere sempre a disposizione abbastanza denaro liquido per affrontare una situazione di emergenza che ti impedisca di usare carte e bancomat per alcuni giorni consecutivi.

Tradotto: se domani salta la rete elettrica, se gli sportelli bancomat restano fuori uso, se i pagamenti digitali si bloccano per una settimana, tu dovresti avere abbastanza soldi in tasca per fare la spesa, pagare benzina, comprare medicine, affrontare piccole spese quotidiane senza dover chiedere aiuto a nessuno. Non stiamo parlando di cifre esagerate, ma nemmeno di spiccioli. Una famiglia media, secondo vari esperti, dovrebbe avere almeno qualche centinaio di euro pronti in contanti, così da coprire una settimana di emergenza. Se sei single, magari 200-300 euro bastano; se hai famiglia e figli, forse la cifra sale a 500-700 euro.

Il concetto è semplice: devi immaginare di vivere per alcuni giorni senza poter toccare il conto corrente. Quanto ti serve per non rimanere fermo? Quanto per garantire i tuoi bisogni essenziali? È quella la somma che dovresti avere pronta. Naturalmente nessuno ti dice di accumulare migliaia e migliaia di euro in casa (anche perchè formalmente non è nemmeno vietato), ma perché tenerli nascosti è sempre rischioso, sia per i furti che per eventuali problemi legali di cui parleremo tra poco. Ma un piccolo “fondo di emergenza” in contanti è ormai considerato non solo prudente, ma necessario.

 

Consigli per tenere i soldi in casa

Ovviamente i soldi non si lasciano sparsi in giro. Vanno tenuti al sicuro, in posti nascosti ma non assurdi, perché rischi di dimenticarli o di perderli in caso di incendio o danni.

Non serve scavare muri o sollevare pavimenti: meglio soluzioni pratiche e sicure. Meglio tagli piccoli e anche qualche moneta, perché in caso di emergenza non è detto che il negoziante abbia il resto. E un altro consiglio fondamentale: avere rapporti con più di una banca. Se una va in tilt, puoi sempre contare sull’altra.

 

Prelievo di contanti: attento al Fisco

E qui arriva la parte spinosa, quella che molti sottovalutano. Perché se da un lato la BCE ti dice di avere del contante in casa, dall’altro lato il Fisco italiano non vede di buon occhio certi movimenti. Prelevare grosse somme in contanti, senza una giustificazione chiara, può farti finire sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate. Non c’è un limite preciso che ti vieta di prelevare i tuoi soldi, sia chiaro: i soldi sul tuo conto sono tuoi e puoi prenderli quando vuoi. Ma c’è un però: quando inizi a muovere contanti in modo consistente, le banche segnalano quei movimenti come “sospetti” e questo può far scattare controlli.

In Italia funziona così: non esiste una soglia oltre la quale sei colpevole, ma esistono degli “alert” che partono automaticamente se i tuoi movimenti non sono coerenti con il tuo profilo. Se ad esempio sei una persona che preleva normalmente 200 euro al mese e all’improvviso vai in banca e ne tiri fuori 5.000 tutti in una volta, stai sicuro che la segnalazione parte. Idem se fai tanti prelievi ravvicinati in poco tempo. A quel punto il Fisco può chiederti spiegazioni: perché hai prelevato quei soldi? Cosa ne hai fatto? Se non hai una risposta convincente o documentata, rischi che vengano considerate “somme in nero”, e da lì possono partire accertamenti anche pesanti.

Ecco perché quando si parla di contante bisogna sempre distinguere tra “tenere un piccolo fondo di emergenza”, che è perfettamente legale e sensato, e “fare scorte enormi di banconote”, che invece può metterti nei guai. La linea è sottile, e a complicare le cose ci sono anche le regole sul limite all’uso del contante nei pagamenti, che cambiano spesso: oggi puoi pagare fino a una certa cifra in contanti, domani la soglia può scendere o salire. Insomma, il messaggio è chiaro: sì a un po’ di contanti per sicurezza, ma attenzione a non muoverti in modo che sembri sospetto agli occhi del Fisco. Perché avere i soldi a casa per proteggerti dalle crisi è una cosa, ma attirarti addosso un accertamento fiscale è tutta un’altra storia.

E allora io mi chiedo: ma questi signori cosa vogliono davvero da noi? Da una parte demonizzano il contante, lo trattano come il male assoluto, ci limitano con norme e controlli, e dall’altra ci dicono che dobbiamo tenerlo in casa perché potrebbe salvarci la vita. Decidetevi! Non possono continuare a prenderci in giro così. E allora io vi dico: fate attenzione, informatevi, non fatevi trovare impreparati.

   

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