Quando è possibile immatricolare un’auto come autocarro e perché conviene davvero

Scritto da Omar Cecchelani il 14 Ottobre 2025 in Automobili

Partiamo da un presupposto fondamentale, un’informazione che più o meno tutti conoscono: immatricolare un’auto come autocarro aziendale può dare diritto a una serie di agevolazioni, ma non è sempre possibile. E allora oggi facciamo chiarezza una volta per tutte su quando si può fare, quali sono i requisiti tecnici richiesti e soprattutto se conviene davvero, perché la convenienza non è più quella di una volta.

La prima cosa da sapere è che trasformare o immatricolare un’automobile come autocarro per uso aziendale comporta una certa convenienza, in particolare sul piano fiscale. Certo, i tempi d’oro degli anni Ottanta e Novanta sono passati, ma qualcosa si può ancora risparmiare. Bisogna però fare molta attenzione, perché le regole oggi sono molto più rigide e le sanzioni, o addirittura l’annullamento dei benefici fiscali, sono sempre dietro l’angolo.

Quando sentiamo la parola autocarro, la prima immagine che ci viene in mente è quella del classico camion: grande, pesante, rumoroso, da lavoro. Ma il Codice della Strada non la vede così. Per la legge, non conta tanto l’aspetto del mezzo, quanto la sua destinazione d’uso, cioè se serve principalmente a trasportare persone o merci, e se rispetta determinati requisiti tecnici stabiliti dalle norme.

Ecco perché può capitare di vedere per strada SUV, fuoristrada o persino auto di lusso immatricolate come autocarri. E non è una stranezza, né una furbata: è una scelta del tutto legittima, se fatta nel rispetto della legge, e può risultare anche molto conveniente. Ci sono marchi come Jaguar o Land Rover che offrono versioni dei loro modelli già omologate in questa categoria proprio per le aziende.

Ma attenzione: non basta “travestire” un’auto da autocarro per pagare meno tasse. Quei tempi sono finiti. Oggi le regole sono chiare, i controlli sono severi e chi prova a fare il furbo rischia grosso, tra sanzioni salate, revoca dell’immatricolazione e perdita totale dei vantaggi fiscali.

In questo articolo cercheremo quindi di capire quando è davvero possibile immatricolare un’auto come autocarro, quali modifiche tecniche servono, quali obblighi bisogna rispettare e quali controlli possono arrivare. Perché solo conoscendo bene la normativa si può risparmiare in modo legittimo, senza rischiare di trovarsi nei guai con l’Agenzia delle Entrate o con la Motorizzazione.

 

Auto “autocarro”: uso personale o aziendale

Una normale autovettura può davvero diventare un autocarro? In molti casi sì, e senza neppure modificare le sue caratteristiche costruttive Quello che conta non è l’aspetto del mezzo, ma la sua destinazione d’uso, cioè se serve principalmente a trasportare persone o cose, e se rispetta alcuni requisiti tecnici ben precisi.

Gli autocarri omologati, infatti sono usati da aziende e professionisti per attività lavorative vere, per trasportare persone e merci legate alla ragione sociale dell’impresa.

Usarli in modo diverso, per esempio per andare in vacanza con la famiglia o per caricare cose che non c’entrano nulla con l’attività, significa commettere un’infrazione, e si rischiano multe e sospensione della carta di circolazione.

E allora, come si fa con quei veicoli che in Italia possono essere omologati solo come autocarro? Un esempio tipico è quello dei pickup: all’estero spesso sono considerati autovetture, ma da noi solo autocarri N1.

Lo stesso vale per alcuni fuoristrada. La soluzione, in questi casi, è l’omologazione come autocarro N1 ad uso proprio, una formula che ha sostituito la vecchia dicitura “uso promiscuo” e che si distingue dall’“uso terzi” proprio per il tipo di impiego consentito.

 

Autovettura e autocarro: le differenze

Il Codice della Strada definisce come autovetture i veicoli destinati al trasporto di persone, con al massimo nove posti, incluso il conducente. Gli autocarri, invece, sono quelli destinati al trasporto di cose e delle persone addette all’uso o al trasporto di quelle cose. In parole semplici, negli autocarri il trasporto delle merci è la funzione principale, mentre quello delle persone è solo accessorio. Nelle autovetture è l’esatto contrario: si trasportano persone, e gli oggetti sono solo accessori.

Questa distinzione è fondamentale, perché determina non solo come puoi usare il mezzo, ma anche quali vantaggi fiscali puoi ottenere e quali sanzioni rischi se lo utilizzi in modo improprio.

 

Quali autovetture si possono immatricolare come autocarro

Negli anni Ottanta e Novanta era pieno di “falsi autocarri”, cioè macchine di comodo immatricolate come veicoli da lavoro solo per godere dei vantaggi fiscali. Oggi non è più possibile. Il legislatore ha introdotto requisiti più rigidi, e non tutte le auto possono essere classificate come autocarri.

Per essere considerato tale, un veicolo deve:

  • essere immatricolato nella categoria N1, cioè quella specifica per gli autocarri, con massa non superiore a 3,5 tonnellate;
  • avere un tipo di carrozzeria diverso da F0, cioè non quello previsto per i furgoni;
  • avere non più di 3 posti a sedere;
  • e rispettare un rapporto tra potenza e portata non superiore a 180.

Questo rapporto si calcola dividendo la potenza del motore (in kilowatt) per la portata del veicolo, cioè la differenza tra la massa complessiva e la tara, espressa in tonnellate. Se il risultato è superiore a 180, non puoi immatricolarlo come autocarro.

E c’è un’altra novità: non è più obbligatoria la famosa griglia divisoria tra abitacolo e vano di carico. Una direttiva europea ha eliminato questo requisito, purché il modello sia già stato omologato anche in versione autocarro.

 

Autocarri: i vantaggi fiscali

Qui arriva la parte interessante. Gli autocarri hanno benefici fiscali notevoli rispetto alle autovetture. L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che solo i veicoli che rispettano i parametri appena citati possono godere di deduzioni e detrazioni fiscali. Gli altri, anche se immatricolati come autocarri, vengono trattati fiscalmente come normali auto.

Gli autocarri, invece, permettono la deducibilità integrale al 100% dei costi, perché sono considerati beni strumentali per l’attività d’impresa o professionale. Il costo di acquisto si ammortizza al 20% ogni anno, e anche le spese di gestione – carburante, manutenzione, assicurazione – sono deducibili fino al 70%, in base al tipo di attività e all’uso.

C’è anche un risparmio sull’assicurazione, perché le compagnie calcolano il premio sulla portata e non sulla cilindrata. Un vantaggio concreto, soprattutto per chi guida SUV o auto potenti ma leggere.

Attenzione però: il rischio assicurativo degli autocarri è considerato più alto, e quindi il costo complessivo può comunque variare.

 

Autocarro: sanzioni per uso improprio

E adesso arriviamo al punto più delicato. Il Codice della Strada è chiarissimo: gli autocarri possono trasportare solo persone addette all’attività lavorativa. Questo significa che non puoi usarli per accompagnare i figli a scuola, portare la famiglia in vacanza o fare la spesa. Se lo fai, rischi una multa che va da 398 a 1.596 euro e la sospensione della carta di circolazione da uno a sei mesi. In caso di recidiva, la sospensione sale fino a dodici mesi.

La legge parla chiaramente di “persone addette all’uso o al trasporto delle cose”, e questo esclude familiari o amici, a meno che non siano collaboratori dell’impresa.

In più, se vuoi utilizzare temporaneamente il mezzo in modo diverso, serve un’autorizzazione eccezionale e temporanea della Motorizzazione Civile. Senza quella, sei fuori norma.

 

Le regole vanno rispettate

Immatricolare un’auto come autocarro può ancora essere una buona scelta, ma solo se lo fai in modo legittimo e trasparente. Oggi non c’è più spazio per le scorciatoie: le regole sono precise, i controlli severi e le multe pesanti. Una mossa fatta con troppa leggerezza o con la convinzione di essere più furbi degli altri può costarti caro, tra sanzioni, sospensioni e problemi con il fisco.

Per questo è fondamentale informarsi bene prima di procedere, capire se davvero conviene nel tuo caso e non farsi abbagliare da chi promette risparmi facili.

   

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