Camini e stufe a legna saranno vietati davvero dall’Unione Europea?

Scritto da Omar Cecchelani il 27 Ottobre 2025 in Immobili News

Camini e stufe a legna saranno vietati davvero dall’Unione Europea? È la domanda che in questi giorni fa tremare tantissimi italiani, soprattutto chi vive in montagna, in campagna, o semplicemente si è sempre scaldato con il calore vero del fuoco.

Quel fuoco che non è solo calore, ma tradizione, risparmio, indipendenza. Eppure sembra che proprio quell’immagine di casa e di inverno stia per diventare un ricordo, perché l’Europa – quella dei regolamenti e delle direttive – ha messo gli occhi addosso anche ai camini e alle stufe.

divieto stufe legna pellet

Si parla di limiti, di nuove norme, e qualcuno teme che presto non potremo più accendere nemmeno un ceppo. Ma è davvero così? Stanno per vietarci camini e stufe? E se sì, cosa significa per chi oggi vive grazie a quel sistema di riscaldamento? Ne parleremo in questo video

 

L’Unione europea vuole davvero vietare camini e stufe a legna?

Sta arrivando il freddo, e insieme ai termosifoni si è riacceso anche il dibattito sulle regole europee per camini e stufe a legna. Tutto parte da una revisione della cosiddetta “direttiva Ecodesign”, cioè quella che stabilisce gli standard minimi di efficienza e sicurezza per gli apparecchi di riscaldamento.

Doveva essere presentata già a febbraio, ma Bruxelles ha deciso di rinviare il progetto: ufficialmente per motivi tecnici, ufficiosamente perché la questione è troppo delicata e politicamente esplosiva.

Il mondo politico infatti si è subito diviso: da una parte chi difende il diritto di scaldarsi con la legna, dall’altra chi vuole imporre criteri sempre più rigidi per ridurre l’inquinamento.

Alla fine, tutto è stato solo rimandato, ma non archiviato, perché ora la Commissione europea ha ripreso i lavori e la nuova versione della direttiva è già in cantiere. L’obiettivo era farla entrare in vigore nel 2027, ma servirà ancora tempo per le analisi tecniche e le trattative con gli Stati membri. Una cosa però è certa: non ci sarà uno stop immediato, ma i timori di paletti sempre più stringenti non sono affatto svaniti.

 

Camini e stufe a legna vietati dall’Ue?

La Commissione europea vuole rendere più severi i requisiti tecnici per tutti gli impianti di riscaldamento domestico, soprattutto per stufe a legna, caldaie a biomassa e inserti. Non è mai stato detto esplicitamente che saranno vietati, ma si punta a un giro di vite per ridurre le emissioni inquinanti. Questo, però, rischia di avere un impatto enorme sull’economia e sulla transizione energetica, perché significherebbe mettere in difficoltà chi ha scelto la legna come soluzione economica e sostenibile.

Proprio per questo, molti Paesi si sono opposti fin dall’inizio. Nei mesi scorsi, alcuni europarlamentari della Repubblica Ceca hanno chiesto spiegazioni alla Commissione, e Bruxelles ha risposto chiarendo di non aver mai proposto divieti o eliminazioni graduali, ma ha confermato che il lavoro è in corso e che una revisione sarà inevitabile.

La Commissione ha anche ricordato di essere tenuta per legge a riesaminare le misure già esistenti, come quelle sugli apparecchi a combustibile solido, e che ogni modifica avverrà in dialogo con i produttori e con gli Stati membri.

Allo stesso tempo, però, l’Unione europea ha chiarito che eventuali nuovi requisiti non saranno retroattivi e saranno introdotti con tempi di adeguamento “ragionevoli”. Ma questo non vuol dire che resterà tutto com’è: vuol dire solo che non ti obbligheranno a buttare via subito la tua stufa, ma quando arriverà il momento di cambiarla, dovrai per forza rispettare le nuove regole.

E queste regole, se i piani non cambiano, saranno molto più rigide di quelle attuali. Bruxelles vuole evitare impatti immediati sui consumatori, ma non ha alcuna intenzione di rinunciare ai suoi obiettivi ambientali. In sostanza, il progetto non si ferma, cambia solo ritmo.

 

Qual è il problema di stufe e camini?

Molti Stati membri lo hanno detto chiaramente: la legna è una soluzione economica, naturale, ecologica e redditizia. Ma secondo Bruxelles, il problema è un altro. Molti impianti, soprattutto i più vecchi, sono inefficienti e rilasciano in atmosfera grandi quantità di particolato, cioè le famigerate polveri sottili.

E proprio il particolato del legno, dicono gli esperti europei, è tra le principali cause dell’inquinamento urbano e dei problemi respiratori. La Commissione europea lo considera responsabile di un numero altissimo di morti premature e di casi di bronchite, anche nei bambini. Per questo vuole introdurre regole più dure e tecnologie più pulite, in linea con il “Piano d’azione per l’inquinamento zero”.

Si parla di 240.000 morti all’anno nell’Unione europea, e il legno è finito sul banco degli imputati. Il piano è quello di puntare su riscaldatori a combustibile solido sempre più ecocompatibili, riducendo progressivamente tutto ciò che non rispetta gli standard ambientali.

 

Bonus stufa a pellet: due agevolazioni da non perdere

E come al solito, mentre da una parte arrivano i divieti, dall’altra spuntano gli incentivi. Ma parliamo di stufe a pellet ad alta efficienza, a 4 o 5 stelle che, infatti, vengono presentate come la soluzione perfetta: risparmiose, ecologiche, efficienti.

Costano meno da gestire rispetto a gas e gasolio, usano una risorsa rinnovabile e producono poche emissioni. In più, scaldano in fretta, si possono programmare e sono anche belle da vedere. Ma soprattutto, danno diritto a diverse agevolazioni fiscali.

C’è il bonus ristrutturazione, che ti consente una detrazione del 50% fino al 31 dicembre 2025 per l’acquisto e l’installazione di una stufa a pellet. E c’è anche il bonus mobili, che prevede un’altra detrazione del 50% su una spesa massima di 5.000 euro in dieci anni.

Se poi scegli stufe con efficienza superiore all’85% e certificazione ambientale da quattro o cinque stelle, puoi ottenere anche l’ecobonus, con una detrazione del 50% per la prima casa e del 36% per le seconde abitazioni.

Tutto questo non è casuale: è il modo in cui lo Stato e l’Europa vogliono spingerci verso un tipo preciso di riscaldamento, quello “controllato” e conforme alle nuove direttive, ti do anche la possibilità di scaldarti con le stufe a pellet, ma usi quelle che dico io!

 

Come capire se la tua stufa a pellet è a norma?

A questo punto la domanda è inevitabile: come fai a sapere se il tuo impianto è a norma? In Lombardia, ad esempio, le regole sono già molto rigide, e presto anche altre regioni seguiranno.

Bisogna guardare le stelle del proprio generatore e avere il Libretto d’impianto. Le stelle indicano la classe ambientale del dispositivo, definita dal Decreto Ministeriale del 2017. Più stelle ci sono, più l’impianto è pulito. I modelli recenti hanno quasi sempre il certificato ambientale, ma quelli di 15 anni fa difficilmente lo possiedono, e in quel caso non si possono più accendere, salvo rientrare in specifiche deroghe.

 

Deroghe

Ci sono alcune eccezioni. Si possono usare anche gli impianti che sono l’unica fonte di riscaldamento di casa, quelli di potenza inferiore ai 10 kW usati solo saltuariamente, quelli storici protetti dal Codice dei beni culturali e le stufe ad accumulo non certificabili ma costruite secondo la norma UNI EN 15544.

Se però la tua stufa non rientra in questi casi, e non rispetta le nuove regole, l’unica via è sostituirla. Esistono incentivi, come il Conto Termico, che copre fino al 95% della spesa per i privati e fino al 65% per le aziende, cumulabile con il bando rottamazione.

Ma resta il fatto che chi non si adegua rischia di dover spegnere il proprio camino per sempre.

 

Libretto d’impianto

Il Libretto d’impianto è la carta d’identità del tuo riscaldamento. È obbligatorio e deve essere fornito dall’installatore al momento della messa in funzione.

Senza libretto, l’impianto non è considerato regolare. Se hai una stufa o un camino ma non il libretto, devi farlo redigere da un tecnico abilitato e registrarlo al catasto regionale. In quella sede viene anche verificata la classe ambientale del dispositivo. Chi non rispetta queste prescrizioni può essere soggetto a ispezioni, diffide e sanzioni. E se non si interviene nei tempi stabiliti, arrivano le multe.

 

La direzione presa fa paura a molti

Per ora, più che di divieti, si parla di ipotesi e di progetti in fase di studio. Ma la direzione è chiara. Alcune regioni italiane hanno già vietato le stufe con meno di tre stelle, e l’Europa spinge sempre di più verso il cambiamento.

Il futuro del riscaldamento a legna non sembra affatto roseo. Sembra che la von der Leyen e la Commissione europea abbiano deciso di dichiarare guerra a tutto ciò che non rientra nella loro idea di “green”.

Il piano, più o meno evidente, è quello di portarci tutti verso le pompe di calore, considerate più ecologiche. Ma la domanda è sempre la stessa: chi paga? Perché tra il costo degli impianti nuovi e quello delle bollette elettriche che continueranno a salire, a pagare saremo sempre noi.

E intanto, a guadagnarci, saranno lo Stato e i gestori, che infilano tasse e imposte in ogni bolletta.

   

Pagare Meno Tasse

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